martedì 26 gennaio 2016

Steve Jobs ovvero fiumi di parole


Struttura teatrale che riassume in tre atti i momenti topici della vita di Steve Jobs e dell'evoluzione dei suoi prodotti.

ATTENZIONE:
Fugaci, ma necessari spoiler qua e là

Aaron Sorkin, già sceneggiatore di The Social Network, realizza stavolta uno script ripetitivo con dialoghi sfinenti; al contrario del film di Fincher in cui si erano rivelati brillanti ed incisivi. Sostanzialmente siamo per due ore dietro le quinte nell'attesa spasmodica della presentazione di Macintosh (1984) Next (1988) e iMac (1998), con Steve Jobs che sproloquia e sbraita con chiunque, in particolare con la sua fidata marketing executive Joanna Hoffman (un'ottima Kate Winslet). 
Alla presentazione del Macintosh tratta di merda Andy Hertzfeld perché non riesce a far dire "hello" al computer. Non prima di aver infamato l'ex fidanzata rifiutandosi di riconoscere la paternità della figlia.
Segue la presentazione di NeXT con trenta minuti di botte (dialettiche) da orbi con John Sculley, amministratore delegato della Apple che nel 1985 fece fuori Steve Jobs mettendolo in minoranza.
Al lancio di iMac nel 1998 il copione si ripete: è il turno di Steve Wozniak, amico di una vita e cofondatore della Apple. Le uniche tracce di umanità affiorano grazie al riavvicinamento della figlia Lisa ormai diciannovenne.

Dunque, che Jobs fosse al contempo asshole and genius (non so dire in quale ordine di prevalenza) si sapeva da sempre. Questo biopic non convenzionale e tecnicamente ineccepibile ce lo conferma anche se, a differenza del personaggio, entrerà presto nell'oblio. Non un brutto film, ma in un certo senso inutile e artificioso come gli applausi dei commessi della Apple che accolgono i clienti rimasti in fila tutta la notte. 
Da un regista come Danny Boyle, di cui resto un gran estimatore, mi aspetto altre cose: quell'alchimia di elementi (difficile da definire) che mi ha fatto amare film come Trainspotting, 28 giorni dopo e The Millionaire.

Michael Fassbender perfettamente a suo agio nei panni di un uomo visionario, carismatico e dalla personalità complessa.
Aver evitato l'agiografia.
L'idea del backstage, se non si fosse ecceduto con questa univoca modalità.




Legenda voti
@ una cagata pazzesca
@½ pessimo
@@ trascurabile
@@½ passabile
@@@ buono
@@@½ da vedere
@@@@ da non perdere
@@@@½ cult
@@@@@ capolavoro

10 commenti:

  1. Va beh, ma di fronte a dei dialoghi e a una sceneggiatura tanto grandiosi non si può far altro che applaudire. Anche se non si è commessi Apple. :)

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    1. Pensa ai dialoghi e a al ritmo di "The Social Network". Secondo me stavolta Aaron Sorkin quando ha scritto era sotto psicofarmaci.

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  2. Sinceramente tutte le volte che sento parlare di Steve Jobs mi viene in mente la canzone "Stay Human" dei Wu Ming Contingent ;-)

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  3. Cazzo, mi tocca essere d'accordo con Cannibale.
    Appena finito, e non posso che alzare il cappello.

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    1. Attento, stai passando al lato oscuro del mondo cannibale! :)

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  4. Mi ha un po' sconcertato questo film. Di sicuro era un personaggio con più di qualche problematica.

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  5. Non mi ha attirato questo film, e per ora l'ho lasciato andare (per recuperi estivi e/o quando non ci sarà nulla di meglio). Tra l'altro, in questo inizio di anno, a parte Carol niente di stimolante, tre cocenti delusioni, nell'ordine: La grande scommessa, La corrispondenza, Revenant - Redivivo (non mi è piaciuto per nulla).

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    1. Il primo è una scommessa "persa". La Corrispondenza ho rinunciato a priori. Carol ho dovuto rinunciare perché si è rotto il proiettore digitale del cinema dove vado da una vita. Appena comprato!! Il vecchio mulo con le pizze era durato 40 anni... Su Revenant la vediamo diversa: non è un capolavoro, ma a me è piaciuto.

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