venerdì 13 febbraio 2009

Visioni febbraio 09: La Ricotta - Pasolini 1963

Ri/Visti: La ricotta - Pasolini

Quarto episodio di 35 minuti all'interno del film RoGoPaG. Gli altri episodi sono: Illibatezza di Rossellini, Il nuovo mondo di Godard, Il pollo ruspante di Gregoretti. Lo vidi all'università in un cineclub e per me ancora oggi ha un impatto devastante. Racconta le tragiche vicissitudini del poveraccio e perennemente affamato Stracci, che interpreta come comparsa uno dei ladroni finiti in croce con Gesù nel film a tema religioso che Orson Welles, regista spocchioso, sta girando alla periferia di Roma. La pellicola fu sequestrata per vilipendio alla religione; Pasolini nel 1964 fu assolto, ma il film subì tre tagli. In rete si può comunque trovare la versione integrale. Come al solito la censura fingeva di non capire che il bersaglio del regista non era la religione bensì la borghesia benpensante, ignorante e ipocrita, come si deduce da questa scena tra Orson Welles e il giornalista intervistatore. Un'Italia che purtroppo non si discosta tanto da quella odierna.





Il dubbio -
John Patrick Shanley (04/02/09)
Ambientato a Brooklin nel 1964 in una scuola parrocchiale in cui un prete (P. S. Hoffman) viene accusato di abusi sessuali da parte della direttrice Maryl Streep. Tutto il film risente dell'impostazione teatrale data originariamente dall'autore del testo, ora anche regista, nonché vincitore del premio Pulitzer. Fortunatamente, anche se la regia sembra un po' piatta e didascalica, la storia si regge grazie all'ottima sceneggiatura e alla prova fantastica di tutti gli attori: oltre ai due già citati, anche la giovane Amy Adams. I dialoghi e i tempi sono perfetti ed è un piacere assistere alla bravura mostruosa della Streep e di Hoffman, capaci di sfumature e profondità impossibili per la maggioranza degli attori comtemporanei.

Australia - Bazz Lhurmann (01/02/09)
Un grande dispendio economico e tempi lunghissimi per realizzare un'opera troppo ambiziosa e piuttosto pretenziosa, anche se spettacolare e a tratti divertente, solo nella prima mezz'ora. Il film è ambientato nel 1939 (guarda caso anno di uscita di Via col vento) e dopo alcuni spunti interessanti come il tema delle generazioni rubate, relativo ai bambini aborigeni, emerge un po' troppa melassa, troppi paesaggi ritoccati artificialmente e situazioni ampiamente prevedibili e scontate. Alla fine le due ore e 45 cominciano a farsi sentire. Dopo un'opera quasi geniale come Moulin Rouge, il regista australiano ha percorso una strada che forse non gli si addice.

Rachel sta per sposarsi - Johnatan Demme (10/02/09)
Notevole prova di maturità per Hanne Hathaway nei panni di un ex tossica con un pesantissimo fardello sulle spalle, in uscita dal centro di riabilitazione per recarsi al matrimonio della sorella. Per la sceneggiatura di Jenny Lumet (figlia del famoso regista) Demme sceglie un taglio realistico, quasi da filmino casalingo: telecamera a mano, luce naturale, musica diegetica (che alla lunga stufa non solo i protagonisti della storia ma anche lo spettatore) per rappresentare l'impatto devastante di questa ragazza all'interno di una festa di famiglie liberal fra le quali regna totale apertura per le differenze di razza, cultura e religione. Nei panni dello sposo Tunde Adebimpe, cantante dei TV On The Radio. La coda finale con torte, canti, balli multietnici e saluti è quasi noia e deja vu.

LEGENDA

9 commenti:

  1. Orson Welles venne in Italia, sulla scia dell'ostracismo subito, nel periodo maccartista. Non aveva soldi, era stato tacciato di complotti con la Russia comunista. Trovò Pasolini, l'unico individuo che condivideva con lui la visione dei mezzi di comunicazioni come strumento massificante, una spalla di appoggio. L'episodio della ricotta era troppo "avanti" per i tempi, ma non dimetichiamo che la censura, una volta, stava dall'altra parte, ora ci autocensuriamo a priori per paura di essa.

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  2. Su 'La ricotta'
    Cosa direbbe il sig Ratzinger se il film venisse proiettato oggi? Non direbbe niente, perché il film non potrebbe neanche essere riproposto, censurato in toto. Questo vuol dire che nel '63 c'era un po' più di libertà di adesso, sicuramente una coscienza collettiva meno intaccata dal potere.

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  3. Devo dire che Pasolini e Welles, suscitano pochi commenti. Questo mi preoccupa molto. Spero che i bloggers non abbiano visto solo Gomorra i cui temi, furono anticipati in modo universale, proprio da questi due autori.

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  4. Ho notato che nei weekend i commenti sono sempre un po' più fiacchi.

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  5. Pensa quale dei tre film ho visto? Australia, e il giudizio è stato identico al tuo.
    Tra l'altro mi sono anche addormentata, cosa che, al cinema, non mi succede mai. :-)

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  6. Vero: la gente esce.
    Io di solito vado al cinema, ma oggi sono rimasta barricata in casa causa gelo.

    Ok, ok: il blog non è una chat.
    Smammo. ;-)

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  7. Dovrò vederlo il film di Pasolini...Anche "Il dubbio"
    Mi mancano, come molti altri.

    Per il mio prossimo esame oggi vedrò "Metropolis" di Fritz Lang e "Tempi Moderni" di Chaplin.
    Non male no?
    Non appena avrò un pò più di tempo invece vorrei vedere qualcosa di Kaurismaki e Ingmar Bergman.

    p.s. a me Gomorra non è piaciuto più di tanto.

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  8. L'ho sempre detto che avevo sbagliato facoltà!
    Gomorra è durissimo, sia da vedere che da digerire, però io l'ho trovato molto bello.

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  9. hi, good site very much appreciatted

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