venerdì 18 giugno 2010

Se fossimo stati a Roma avremmo spaccato tutto

Settembre 1990. Con i biglietti in tasca partiamo alla volta di Modena per il Sound+Vision Tour: forse l'ultima occasione per sentire Bowie cantare tutto il suo repertorio classico. La band è straordinaria e la scaletta è strepitosa (altro che Tin Machine). Ecco un estratto:

Space Oddity

Changes
Life on Mars?
Queen Bitch
Starman
Ziggy Stardust
Suffragette City
Rock 'N' Roll Suicide
Panic in Detroit
The Jean Genie
Rebel Rebel
Young Americans
Fame
Heroes
Ashes to Ashes
Fashion

Arriviamo presto, ci piazziamo a una distanza ottimale e quando inizia il concerto l'emozione è palpabile. Poi, dopo un quarto d'ora, il dramma: a metà della quarta o quinta canzone Bowie stecca; improvvisamente la voce diventa roca e gli si abbassa di un'ottava. Si ferma, dà un calcio all'asta del microfono e si allontana. Dopo un minuto riprende a cantare, ma la voce non c'è più. Con tanto mestiere riesce a portare avanti un minimo concerto supportato da Adrian Belew che con la chitarra cerca di sopperire al naufragio. Tre giorni prima a Zagabria, causa il maltempo, Bowie si è raffreddato e a causa di una laringite la voce è andata a farsi fottere. Delusione cocente, ma purtroppo non c'è niente da fare.
Dietro di noi c'è un gruppo di ragazzi romani; alcuni urlano e protestano fra la gente rassegnata che comincia ad andarsene. Mi giro, allargo le braccia e il più esagitato si rivolge verso di me: - Se fossemo stati aRRoma avemmo spaccado tutto!
Da allora quella frase è diventata un cult, da usare in qualsiasi contesto in cui le cose non funzionano come dovrebbero.

17 commenti:

  1. maddecchèèèèèèèèèèèè

    ;-)

    i romani alle volte sono proprio tremendi e io lo posso dire in tutta tranquillità dato che sono romana!

    RispondiElimina
  2. Che sfiga che hai avuto Lucien!
    Io ho visto il Il Duca nello "Glass Spider Tour" a Firenze.Il concerto fu diviso in due parti. la prima con l' esecuzione dei brani dall'album , un "troiaio" ..troppe pailettes e troppi fumi. La seconda, la più succosa quella con i brani epocali. Fine del concerto con una Heroes interminabile e da far accapponare la pelle.
    Una cosa che mi colpì molto fu la puntualità del Duca:alle 21.00 in puntosi presentò sul palco,col classico "Ciaouu Itallia"...un tripudio :)

    RispondiElimina
  3. questo è uno di quei casi in cui si può (purtroppo) spendere la celebre frase: io c'ero!

    sono già passati 20 anni?

    RispondiElimina
  4. mi sembra una frase poco costruttiva. Cosa risolve?
    boh??? :)

    RispondiElimina
  5. Io c'ero, ma a Roma e li arrivo' fino alla fine.
    Vero che l'alto di "Life on Mars" lo fece cantare al pubblico ma vero pure che risentire tutta quella sfilza di canzoni fu da brivido. Soprattutto quando il ricordo era quel circo del Glass Spider Tour dove veramente l'unica cosa decente fu Heroes.

    E quella fu l'ultima volta.

    ciao
    Vale

    RispondiElimina
  6. A Milano e Roma venne in aprile nella prima parte del tour europeo. Poi tornò in agosto/settembre e l'unica data italiana fu Modena.
    E' vero da brivido...per me appena assaporato

    @ Zion:
    Per quello che mi è rimasta impressa, per la sua assurda inutilità.

    RispondiElimina
  7. Cacchio reanto, eravamo insieme allo stadio quel giorno!
    Un tour secondo me molto bello per spingere un (rubando il termine ad allelimo) "discodimmerda" come pochi.
    Però le coreografie e le scenografie erano stupende, la band anche (Frampton, te lo ricordi?), e il Duca in formissima.
    Ricordo ancora con i brividi la discesa sul trono calato dall'alto..
    Lucien, a ROMA è così.
    Una volta presero per il culo la batteria di Peter Criss che si muoveva verso il pubblico dicendogli qualcosa tipo "piano, mò arriva er controllore"..

    RispondiElimina
  8. Fantastico post su "come può nascere un tormentone"... La mia frase è "pinguì pinguì", la frase che un amico ubriachissimo in preda a rantoli e conati di vomito urlava senza motivo ad una pasquetta... Da allora quando qualcuno si ubriaca e inizia a delirare parte il "Pinguìììììììììììììì pinguììììììììì"

    RispondiElimina
  9. @ Rospo:
    Che sbronza!!
    Amo i tormentoni.

    RispondiElimina
  10. c'ero anche io!!!!

    posso dire che al concerto vado più per vedere l'artista - per respirare il mood - e non necessariamente per ascoltare le canzoni.

    lì mi ha colpito la rabbia di un bowie che è sempre molto controllato, very british e sempre cordialissimo.

    mi ricordo d'aver pensato "ma allora....è un bad guy anche lui"

    forse sarà stato bowie stesso ad aver spaccato qualcosa dopo il disastro.

    vederlo oggi gonfio di cortisone ed altre porcate che deve prendere dopo la malattia mi fa pensare che sono stata fortunata tanto a vederlo non-cantare lì nel '90 (ma sono passati davvero 20 anni???)!

    love, mod

    RispondiElimina
  11. io c'ero nella tappa romana, (una vita spesa ad ascolatare il duca bianco è finalmente arrivò il momento di tirare le somme). chiuse con r'r suicide e per me sembrò di essere al Tower di Philadelphia nel 74. mancava solo l'annuncio del suo ritiro. conservo ancora la maglia e l'unico cimelio che ho trovato musicale di quel tour è un live tenuto a tokyo.

    RispondiElimina
  12. è che a roma c'avemo er vizzio de spaccà tutto...soprattutto de spaccà continuamente i zebedei co' ste "frasi storiche"..:DD

    RispondiElimina
  13. Ma... era sottotono anche il chitarrista tanto da cambiare il cognome in BelOw?
    :-)

    RispondiElimina
  14. @ Joyello:
    E' l'unica spiegazione! :-)
    E ed O non sono manco vicine di casa. M'è venuta così, provvedo.

    RispondiElimina

Welcome