lunedì 28 febbraio 2011

Visioni - febbraio 2011













Il Grinta - Joel e Ethan Coen “Western. Jeff Bridges. F.lli Coen. Serve altro?” (momodarabia)
Quando ero bambino i western dalle mie parti gli adulti li chiamavano i caplo (in dialetto romagnolo i cappelloni) per indicare i cappelli a tesa larga dei cowboy. Ogni domenica pomeriggio nel cinema di fianco a casa mia c'era la doppia proiezione: sempre un western più un secondo film a scelta. Non posso dire di essere un appassionato del genere, ma avendone visti qualche centinaio, sono entrati a far parte del mio immaginario visivo con tutto il loro corollario di inseguimenti, duelli e vendette.
Non ho mai mancato un film dei fratelli Coen ed ero veramente curioso di vedere in che modo avessero  interpretato questo tipo di cinema storicamente legato a due filoni: uno classico e convenzionale, contrapposto a quello che a partire dall'inizio degli anni '70 è stato sottoposto ad un'opera di revisione con film come Piccolo grande uomo e registi come Peckinpah, Altman e Penn.
In questa prova i fratelli Coen hanno semplicemente deciso di rendere omaggio alla storia di un genere cinematografico senza la presunzione di stravolgerne i canoni, ma rispettandone la struttura stilistico-narrativa. Non si tratta però di un puro esercizio di stile, i due hanno impresso il loro marchio nei dialoghi (sempre fantastici e con lampi di humour nero); nel tratteggio di personaggi unici e indimenticabili come quello della ragazzina e del Grinta Jeff Bridges, (per citare solo quelli principali) e in un finale struggente e disilluso.
Personalmente preferisco i Coen più corrosivi stile Fargo, ma come è stato scrittoanche i punk e i dissacratori di professione arrivano ad un punto nella loro carriera (se vivono sufficientemente a lungo) in cui cantano Strangers in the night senza distorcerla e solitamente lo fanno bene. 
voto @@@@ su 5 (legenda nella barra a fianco)

ALTRE VISIONI
Un gelido inverno (Winter's bone) - Debra Granik @@@½
Il Cigno Nero - Darren Aronofsky  @@@½
Another Year - Mike Leigh   @@@
Il discorso del re - Tom Hooper  @@½ (pluripremiato e sopravvalutato)
Parto col folle - Todd Phillips  @@

12 commenti:

  1. Mi manca, ma, anche se non ho letto recensioni super come altri Coen (e tu mi confermi) andrò presto a vederlo. Mi attira, ed è vera la frase finale per i Coen. Concordo.

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  2. Un ottimo film, senza dubbio.
    Considerato che, ormai, il western è dato per morto, i due fratelli matti l'hanno rimesso in piedi per bene!

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  3. luc, ma te sei un filosofo!
    I mean it!

    con affetto lunediniano, mod

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  4. @ Alligatore:
    Un film dei Coen si va a vedere a prescindere e soprattutto al cinema. (Non mi riferisco a te, ma agli scaricatori folli!)

    @ Mr. James:
    Un genere in cui si è detto già tutto (o quasi).

    @ Mod:
    Sì, sono un filosofo alla Lebowski. ;-)

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  5. già, comunque si va a vedere. o si aspetta il dvd :-)

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  6. un film per pochi, solo per gli amatori del genere, e come voleasi dimostrare gli stronzi alla giuria non han degnato neanche di una statuetta il capolavoro dei Coen, nemmeno quella per i costumi. Che schifo.

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  7. "Un film dei Coen si va a vedere a prescindere e soprattutto al cinema"
    concordo.
    Non concordo però su Il discorso del re, anche se non ti sei dilungato troppo :)

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  8. @ Marte:
    Ogni tanto serve un po' di sintesi. :)

    @ Maurizio:
    Per certi registi non riesco ad aspettare.

    @ Lorant:
    L'accademy dei parrucconi. E non hanno neanche premiato quel capolavoro del greco Kynodontas.

    @ Cirano:
    25 anni di cinema da incorniciare.

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  9. ottimo "il cigno nero" anche se è stato massacrato dalla critica italiana, il film dei Coen lo vedrò sicuramente, amando loro e il western.
    Anche qui in Toscana i film western era quello dei "cappelloni", anzi i "happelloni".

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  10. il discorso del re è un film democristiano.

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  11. @ Harmonica:
    Aggettivo azzeccatissimo per il genere! Lo voglio utilizzare per la mie pagelle dei film. Ormai non è più offensivo: per come è messa l'Italia, ce ne fossero di democristiani (si fa per dire eh...)

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