Uscito il 30 ottobre 1971, è il primo disco dei Pink Floyd che ho conosciuto.
Quando facevo la prima superiore compravo spesso Ciao 2001 e ricordo che c'era una pagina di annunci dove i lettori promuovevano le loro audiocassette registrate in casa a prezzi modici. Scrissi la mia letterina e dopo un paio di settimane mi arrivò a casa Meddle con tutte le sue scritte a biro. Diedi i soldi al postino, la misi nel mangianastri e partì il doppio basso martellante suonato da Gilmour e Waters in One of these day. Amore al primo ascolto. I pinkfloydiani sapranno che la frase "One of these days I'm going to cut you into little pieces" è Nick Mason a pronunciarla; è l'unica volta in cui la voce del batterista compare da sola in un pezzo.
La copertina, realizzata da Hypgnosis, raffigura un orecchio sommerso dall'acqua, forse una metafora per sottolineare un suono provieniente dalle profondità, come lasciano intuire anche le leggere increspature della superficie. La copertina si apriva a formare un unica immagine e all'interno compariva una foto del gruppo, l'ultima fino all'uscita di A Momentary Lapse of Reason. Alcuni brani di questo album vennero presentati per la prima volta al Crystal Palace di Londra il 15 Maggio del 1971 con impianto quadrifonico. Al termine del concerto nel laghetto che separava il palco dal pubblico emerse un polpo gonfiabile dal diametro di 15 metri.
Tutti i pesci morirono, non si è capito se per il volume troppo alto o a causa delle operazioni di gonfiaggio del mostro. In quel live i Pink Floyd aprirono lo show con una versione senza orchestra di Atom heart mother e suonarono per la prima volta Echoes che allora non si chiamava ancora così ma The return of the sun of nothing. Echoes è il lato B del disco, un'unica traccia di 23 minuti e mezzo, nonché la terza come lunghezza di tutta la produzione dei P.F. dopo Atom heart mother e Shine on you crazy diamond (tutte le parti unite più di 26 minuti). Un capolavoro riconosciuto della storia della musica.
Tutti i pesci morirono, non si è capito se per il volume troppo alto o a causa delle operazioni di gonfiaggio del mostro. In quel live i Pink Floyd aprirono lo show con una versione senza orchestra di Atom heart mother e suonarono per la prima volta Echoes che allora non si chiamava ancora così ma The return of the sun of nothing. Echoes è il lato B del disco, un'unica traccia di 23 minuti e mezzo, nonché la terza come lunghezza di tutta la produzione dei P.F. dopo Atom heart mother e Shine on you crazy diamond (tutte le parti unite più di 26 minuti). Un capolavoro riconosciuto della storia della musica.
mamma mia che hai tirato fuori, Ciao 2001!
RispondiEliminaun album enorme, ma una copertina che ho sempre odiato!
RispondiEliminaSussurri obliqui
Forse non è tra le loro migliori, non ha il fascino di "The dark side of the moon" ma è sicuramente meglio della precedente tanto celebrata muccona.
RispondiEliminaQuesto elleppì ce l'aveva mio zio (e ce l'ha tuttora) e mi affascinava sempre: quell'orecchio sull'intera lunghezza della copertina, senza nessuna scritta, e quella foto interna, con l'immagine della band che per tanti anni ho associato all'aspetto fisico dei miei beniamini.
RispondiEliminaRiguardo alla musica, "Meddle" non è mai stato fra i miei preferiti (certo, One Of These Days è fantastica), ho sempre avuto un debole per il precedente "Atom Heart Mother".
...eccezionale, come sempre, questo tuo unire i momenti fondamentali della storia del rock con la visione privata del giovane lucien (ciao 2001, le audiocassette che arrivano per posta, ecc)
RispondiEliminaHo sempre nutrito dubbi sul reale significato dell'immagine, forse perché ci vedo anche un embrione di un qualche animale. Però nessun dubbio sull'originalità e la grandezza del gruppo.
RispondiEliminaHo ancora la collezione di ciao 2001, varrà qualcosa?
Penso che un certo valore l'abbiano. So che sono ricercati dai collezionisti soprattutto per le bellissime foto a tutta pagina. Io purtroppo non li ho più. Avevo tappezzato un'intera parete della mia stanza.
RispondiEliminaMi accodo ai vostri commenti, perché anch’io ho in comune con voi due cose: "Ciao 2001", di cui mi nutrivo assieme al pane, e che purtroppo non le ho più (tienile d'acconto caro c.c., in questi tempi di letture digitali!) e la mia prima cassetta "Pink Floyd - Meddle", regalatami dalla zia Luana. Al primo ascolto credevo che il nastro fosse rovinato, capii dopo che era proprio la loro musica.
RispondiEliminaAh! Altri tempi! Buona serata
Che grande disco. Non dico altro. Che grande disco. Creatività allo stato puro.
RispondiEliminaCiao Lucien, è capitato anche a te che ti siano spariti i lettori? Io pensavo che se ne fossero andati...speriamo che li rimettano.
RispondiEliminaciao, silvano.
Si Lucien, anche a me son spariti. Ben 5 in un solo giorno. Pensavo non ne potessero più di me :-)
RispondiEliminaUno di questi è Pietro Pellescura, andrò a chiedergli come mai ...
Secondo me è stata una falla o un blackout di google/blogger. A volte può capitare, a me ne sono saltati 7 da un giorno all'altro.
RispondiEliminaEro sparito dappertutto anch'io, sono andato sulla mia bacheca e ho scoperto che risultavo "anonimo" su tutti i blog che seguivo!
RispondiEliminaHo rimesso "pubblico" e come d'incanto è tornato tutto regolare, non chiedetemi il perchè...
Perche' questa copertina per una pietra miliare dei Pink floyd e del rock?
RispondiEliminaDisco stupendo... e se ti dico che non mi ero mai accorta di cosa raffigurasse la copertina? pensavo fosse un disegno astratto! che rintronata!! Grazie.
RispondiEliminaNon oso immaginare cosa sia stato essere presenti al Crystal Palace Bowl quella sera...
Le copertine dei Pink Floyd hanno contribuito senza dubbio al loro successo. Non a caso sono state curate da innovatori della grafica, come lo studio Hipgnosis e Storm Thorgerson. L' avanguardia sonora dei Pink Floyd allude a visionarieta' onirica, ben rappresentate nelle splendide copertine, che ne hanno consolidato il mistero, il fascino, il mito. Meddle e' il disco a cui piu' sono legato, in assoluto. Esce nel mio anno di nascita, 1971. Contiene la suite piu' emozionante della storia del rock, Echoes, con l' assolo di chitarra che raggiunge l' apice del lirismo, struggente e malinconico, senza tempo. L' apertura, One of these days, e' dirompente, con rimandi al brodo primordiale, dove tutto e' caos ma dove e' presente la scintilla, come il monolite di 2001. In Echoes sono evidenti i riferimenti alla vita intra-uterina, l' apparizione della luce, il ritorno allo stato liquido, che tutto avvolge. E la copertina non a caso presenta inequivocabili questi concetti : l' orecchio, circondato dal liquido amniotico, in cui si propagano onde sonore. Quelle onde sonore che condizioneranno l' intera vita interiore dell' essere. E guardando in modo piu' emozionale la copertina, la figura appare di fatto come un embrione. L' orecchio- embrione. L' orecchio, organo principe di tutto l' apparato umano. Espressione artistica totale delle teorie di Alfred Tomatis. Capolavoro assoluto. Genio allo stato puro. Emozione senza tempo.
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