lunedì 31 agosto 2020

Comes a Time ovvero titoli di coda

Oh, questo vecchio mondo continua a roteare
È un miracolo che gli alti alberi non cadano
Ecco che viene un tempo Neil Young (Comes a time)

Non sparirò dal web: la teiera volante resterà online (qui sul blog mantengo tutti i contatti delle persone che seguo e che voglio continuare a leggere) ma questa bella esperienza iniziata nel 2008 si sta esaurendo. Quello che volevo raccontare, l'ho raccontato superando mille post. Forse è il giro di boa. Stanno per arrivare i sessanta e dopo tanti anni i blog stanno segnando il passo, probabilmente non solo per la loro forma, ma anche perché siamo noi che a un certo punto smettiamo di alimentarli. Scrivere richiede tempo, dedizione e ispirazione.

Chissà se in futuro nascerà qualcos'altro, magari un libro (appena abbozzato e senza velleità di pubblicazione) o una forma più leggera di presenza in rete volando verso altri orizzonti. Per ora mi trovate su twitter (anche qui a fianco).


martedì 11 agosto 2020

Il bamboccio, lo strozzino e il container

Io e Rob dieci anni fa girammo una serie di corti; fra questi, uno partecipò ad un paio di festival. Il tutto per puro divertimento e senza particolari velleità. Non l'avevo mai postato: un po' per pudore, un po' perché nella parte del cattivo non mi sento particolarmente convincente. Molto meglio come ballerino destrutturato... 

La sospensione dello storico blog dell'Alligatore mi ha colpito. In ogni caso, anche per me, pausa ferie augustae. Dopo tutti questi anni, devo anch'io meditare sulla nuova oscena versione di blogger e prendere decisioni sulla possibilità o meno di continuare. Nel frattempo sono anche qui. A fine agosto vedremo.

Versione DIRECTOR'S CUT di un'ordinaria disavventura di provincia: un portuale a corto di danaro, chiede un prestito ad uno strozzino spietato e senza scrupoli. Il danaro è subordinato ad un favore particolare. Redrumstudio

sabato 1 agosto 2020

Lost in the woods

Finalmente solo nei boschi, immerso nei suoni e negli odori della natura. Meraviglioso quando, in ore di cammino silenzioso, incontri un umano di primo mattino e poi più nessuno: solamente alberi, fragole e mirtilli. Alla fine c'è sempre una ricompensa, spesso sotto forma di visione.

La bestia sa la paura, ma senza esitare avanza...  (Rilke)



Il trono di legno (anche quassù distanziamento?)
Da qui, Messere, si domina la valle...


























Temporale notturno

venerdì 10 luglio 2020

Serie da altri mondi: Barkskins e Dark

Basato sul romanzo del premio Pulitzer Annie Proulx (Brokeback Mountain) questa serie National Geographic è un viaggio al tempo delle frontiere selvagge del continente americano verso la fine del XVII secolo. Siamo a Wobik, in Canada nei territori del Quebec, dove la chiesa cattolica inviava sacerdoti gesuiti per convertire gli indigeni; nel contempo giungevano i coloni dalla Francia e le cosiddette Figlie del re (giovani donne sponsorizzate da Luigi XIV per sposarsi, fondare una famiglia e contribuire alla prosperità delle colonie). Tutti questi emarginati dovevano affrontare disagi brutali, conflitti e rapporti rischiosi con i nativi americani, che spesso cambiavano alleanze scegliendo alternativamente inglesi o francesi. Si tratta di una storia corale che segue le vicende di parecchi personaggi che lottano per sopravvivere: coloni in cerca di fortuna, delinquenti, affaristi senza scrupoli e giovani donne in cerca di marito i cui sogni sono destinati a scontrarsi con la brutale realtà. Molto ben fatto e coinvolgente.


Da altri mondi si può dire che provenga anche Dark: la cosa più estrema che si sia mai vista sui viaggi nel tempo: i personaggi si spostano dal 1880 al 2050 senza soluzione di continuità; la trama è impossibile da raccontare. In rete si sprecano alberi genealogici, interpretazioni e centinaia di spiegoni. Durante i miei studi di filosofia ho sempre pensato che i tedeschi fossero folli (Hegel, Kant, Nietzsche...). La conferma definitiva l'ho avuta dopo aver visto la terza e conclusiva stagione di questa serie. Piaciuta? Forse sì, però devo ancora riprendermi.

mercoledì 8 luglio 2020

Potente di Fuoco

L'anno scorso mi sono appassionato all'arte di Ericailcane seguendo e documentando le varie fasi di realizzazione di una sua opera murale dedicata alla resistenza nel mio paese.
Fino a domenica 12 luglio a Ravenna, a Palazzo Rasponi, si può visitare gratuitamente la mostra Potente di fuoco e altri disegni; 90 opere che raccontano l'evoluzione dei suoi animali fantastici e reali: si tratta degli stessi disegni allo specchio proposti in due chiavi di lettura, quella di Leonardo bambino (il suo vero nome) e quella dell'artista bellunese che li ha reinterpretati da adulto. Sono presenti anche nuovi lavori creati nei giorni del lock down. Se capitate da queste parti, merita.
























venerdì 3 luglio 2020

In ricordo del maratoneta pensionato

Strana parabola quella di mio padre: da giovane è stato grande un grande appassionato di moto, mi ricordo che aveva una Kawasaki 500, soprannominata bara volante per quanto era sgarbata. Da bravo romagnolo era anche un tifoso accanito di Renzo Pasolini (uno dei rivali più sfortunati di Agostini) e tutti gli anni da bambino mi portava a Imola a vedere le corse. La seconda fase, fino ai 50 anni, è stata quella della bicicletta; era stato soprannominato Fuente da amici e colleghi per le sue doti di scalatore. Infine con la pensione è esploso l'amore per il podismo. Grazie al tempo libero, si è potuto dedicare con soddisfazione alla maratona e contemporaneamente all'attività di casalingo (massaino rurale, come si era autodefinito). Siccome le cose ci piaceva farle per bene, ha partecipato con risultati più che dignitosi alle maratone di New York, Londra, Helsinki e Venezia, oltre a quelle locali.

A un anno esatto dalla morte di mia madre ci ha lasciato anche lui. Vittima collaterale del Covid, a causa del quale erano state posticipate diverse visite, fra cui quella per il cuore. Un cuore da fondista da 40 battiti al minuto diventato improvvisamente troppo fragile. Voglio ricordarti così, da giovane negli anni settanta, su una delle prime moto. Ciao maratoneta!

venerdì 26 giugno 2020

1980 vs 2020, gli anniversari e gli anni che volano

Gli anni sono volati qui sulla teiera e sui blog in generale disperdendo decine di amici con cui si condividevano passioni comuni. L'avventura iniziò a fine giugno del 2008, perciò proprio in questi giorni fanno dodici. Certi post sono ormai diventati archeologia del web ma alcuni, grazie alla musica, mantengono sempre il loro valore; come questo che scrissi sull'annata 1980: si scatenò un vespaio, con discussioni che definire animate è poco. Pagine e pagine di commenti e prese di posizione.
Sono dieci album usciti tutti in quell'anno che voglio qui riproporre con una piccola modifica (col tempo si può anche cambiare idea). Dischi da avere nella propria collezione. Poi se volete facciamo il confronto con questo 2020, ma anche no. 

The Pretenders - Album omonimo
1979 (uk) - gennaio 1980 (usa)








The Cure - Seventeen Seconds
18 aprile 1980

La seconda tappa di un percorso unico che fatto di Smith e compagni uno dei pochi gruppi capaci di evolversi e resistere fino ad oggi alle mode, alle tendenze e a MTV.





Joy Division - Closer 18 luglio 1980
Un capolavoro straziante uscito pochi giorni dopo il suicidio di Ian Curtis. L'emblema del post punk e la sua stessa pietra tombale.
Heart and soul.





David Bowie - Scary Monsters 20 settembre 1980
L'atto finale di un decennio clamoroso. Il canto del cigno per il Bowie che fu: Cenere alla cenere, funk to funky, sappiamo che Major Tom è un tossico, perso nell’alto dei cieli e depresso da tanto tempo.
L'ultimo disco che comprato del duca bianco, con Fripp alla chitarra geniale.




Killing Joke - Album omonimo agosto 1980
Disco feroce e seminale che ha ispirato diversi gruppi futuri. Tribalismo, dark, metal e industrial in una miscela esplosiva.







Bauhaus - In the flat field ottobre 1980
Il dark più puro che ha avuto molti seguaci. Un disco memorabile, come le loro esibizioni dal vivo, con la presenza istrionica Peter Murphy.






Talking Heads - Remain in light ottobre 1980
Ancora oggi un disco di una modernità spiazzante.








Japan - Gentleman take polaroid
15 novembre 1980

La sensibilità compositiva e la decadenza di David Sylvian che per la prima volta collabora a pieno con Sakamoto.







The Clash - Sandinista
12 dicembre 1980

Un triplo vinile per raccontarci dove la musica sarebbe andata.







Tuxedomoon - Half Mute
Il rock come avanguardia creativa e sperimentazione non solo musicale.







mercoledì 17 giugno 2020

Spike Lee: Da 5 Bloods e American Utopia

Ci contavo molto, ma anche Spike Lee è rimasto invischiato nel pantano del Vietnam. Un terreno in cui non è parso sempre a suo agio; diverse idee interessanti, però sembra proprio non essere riuscito a sfruttare al meglio il suo talento. Troppi generi si mischiano e si sovrappongono; il tema politico, sempre presente, è pure interessante grazie ai filmati originali, ma diversi cliché seminati lungo la trama sono poco convincenti (su tutti Jean Reno in ruolo da macchietta). Non è una stroncatura, perché nel complesso risulta scorrevole ed anche ricco di colpi di scena. Il problema sono i termini di paragone: film come La 25ª ora, He got game, Inside man sono capolavori che si collocano non uno, ma parecchi gradini sopra. Un altro intoccabile è Fa' la cosa giusta che a distanza di 30 anni è ancora attualissimo. Per chi, anche per motivi anagrafici, non conosce bene il regista di Atlanta (già oltre i venti film) e volesse approfondire, questo è come un poker d'assi.

Ora aspetto con curiosità l'uscita dell’adattamento cinematografico di American Utopia, il live spettacolare di David Byrne (visto a Ravenna due anni fa). Sarà diretto proprio da Spike Lee e uscirà a fine anno per HBO. Datemi un pizzicotto - ha commentato Byrne - non avrei potuto pensare a niente di meglio per questo progetto

venerdì 29 maggio 2020

Queen & Slim



















Continua la visione a casa di ottimi film che sarebbero dovuti uscire in sala. Finalmente, dopo mesi che l'aspettavo, ho visto l'esordio al cinema di Melina Matsoukas regista cresciuta nel Bronx: padre per metà greco e metà ebraico; madre di origine afro-cubana e afro-giamaicana. Si tratta di un road movie politico d'altri tempi; la tematica però resta sempre attualissima, visto l'episodio brutale avvenuto pochi giorni fa a Minneapolis.
Presentato al Torino film festival, racconta la storia di due ragazzi che al loro primo appuntamento in Ohio, vengono fermati dalla polizia per una infrazione stradale minore. La situazione precipita, con risultati imprevisti e tragici. Terrorizzati per le loro vite, l’uomo, che fa il commesso in un negozio e la donna, avvocato penalista, sono costretti a fuggire ma l’accaduto viene filmato, il video diventa virale con tutte le conseguenze del caso e con l'America che si schiera.  
Linguaggio e fotografia spesso virano verso il videoclip (mondo da cui proviene la regista) ma nelle due ore ci si appassiona per la fuga di questi due ragazzi. Nonostante qualche situazione forzata, l'estetica e la forza delle immagini sono notevoli. Un film che fa male e fa riflettere.

giovedì 21 maggio 2020

Cinema a casa: Favolacce, Les Misérables, Criminali come noi


















FAVOLACCE (Damiano e Fabio D'Innocenzo, Italia 2020)
Forse avevo delle aspettative troppo alte, però non mi ha coinvolto, né molto convinto. Probabilmente è anche penalizzato dal piccolo schermo e da un audio pessimo, che a tratti non permette di capire bene i dialoghi. Ci sono momenti folgoranti, i volti estraniati dei bambini scelti per interpretare questa favola nera sono perfetti, ma alla lunga tra campi lunghi e silenzi, la storia diventa estenuante, più che disturbante, com'era forse nelle intenzioni dei registi. Ciò non toglie che i due fratelli siano coraggiosi e dimostrino tutto il loro talento: sono giovanissimi perciò sono fiducioso.

I MISERABILI (Ladj Ly, Francia 2020)
Una bomba! Non conoscevo il regista Ladj Ly, che esordisce con il suo primo lungometraggio dove racconta la situazione esplosiva della banlieue parigina in cui è cresciuto. I dannati del nuovo millennio prendono forma e sostanza attraverso i volti e la ribellione degli adolescenti che popolano il quartiere di Montfermeil.
“Amici miei, tenete a mente questo: non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”. Così si chiude, con la citazione dal romanzo omonimo di Victor Hugo, quella che dovrebbe essere la prima parte di una trilogia 



CRIMINALI COME NOI (Sebastián Borensztein, Argentina 2019)
Titolo originale La odisea de los giles è uno degli ultimi film usciti al cinema, conosciuto anche come Heroic Losers. E' una commedia proletaria ambientata nell'Argentina travolta dalla crisi economica del 2001 che rientra a pieno titolo nel genere heist movie, cioè rapine, in questo caso di spiantati, stile I Soliti Ignoti. Si fa il tifo e ci si diverte per questo banda improbabile, in cerca di riscatto e vendetta dai soprusi della finanza che li ha ridotti in miseria. Fantastici tutti: dall'intellettuale anarchico che cita Bakunin, al bifolco semi-analfabeta dalle mille risorse.
Tratto dal libro di Eduardo Sacheri, La notte degli eroici perdenti.

lunedì 18 maggio 2020

L'amore ci farà a pezzi

Per chi con questa musica ci è cresciuto, l'ha suonata e respirata, il 18/05/1980 è una data da ricordare. Spesso si parla a sproposito di dischi o band di culto; mai come nel caso di Ian Curtis e Joy Division il termine risulta appropriato.
Curioso pensare come due tra i dischi che ho più amato provenissero da pianeti apparentemente opposti tra loro: i volti bruciati dalla luce dei Talking Heads di Remain in light e il bianco e nero funereo di Closer.



Il lato bianco del mio Unknown Pleasures. Lo ricomprai nuovo di zecca con Closer quando Nannucci (BO) all'inizio degli anni '90, decise che era il momento di svendere tutti i vinili a poche migliaia di lire.
Per chi non l'avesse visto, Control di Anthony Corbijn (2007) è nel complesso un buon film che riesce nell'intento di raccontare la biografia di Ian Curtis senza mitizzazioni e a far emergere le peculiarità di una band esteticamente unica nella storia della musica.

lunedì 11 maggio 2020

Compie 40 anni il capolavoro della new wave italiana

Inverno 1980/81
Frequentavo l'università a Bologna e uscendo una sera dal mio appartamento in via Sant'Isaia per fare un giro in centro, scoprii per caso il Punkreas, un locale ricavato in una cantina. Entrai e in apparenza pareva una delle tante tipiche osterie di Bologna, ma mi sbagliavo. Dopo pochi minuti il locale underground cominciò a riempirsi di ragazzi e ragazze che dall'aspetto non parevano i tipici frequentatori di osterie. Quella sera suonavano i Gaznevada, gruppo bolognese a me allora sconosciuto, probabilmente in una delle prime uscite di una certa importanza. Suonarono brani dei Ramones, ma anche pezzi loro e malgrado emergesse qualche limite tecnico, si intuiva che stava nascendo qualcosa di nuovo partorito dalla Bologna del '77 di Radio Alice, del movimento e della cultura alternativa, ora già post-punk. Ci si avviava verso territori comunicativi inesplorati che avrebbero portato alla luce personaggi geniali come Andrea Pazienza ( a cui piacevano) e Scozzari. Un'onda che aveva già fatto emergere un gruppo cult come gli Skiantos. Da quella sera il Punkreas fu un appuntamento fisso di quell'inverno bolognese. L'anno dopo comprai il loro primo album Sick Soundtrack e constatai che i ragazzi erano non poco migliorati. Abbandonati gli esordi in stile Ramones, i Gaznevada partorirono qualcosa di unico per il panorama ammuffito della musica italiana di quegli anni, creando una nuova prospettiva musicale...Erano i figli del post punk americano e furono bravissimi, autentici surfisti dell'immaginario a prendere l'onda buona della new wave adattandola alla fantasia nostrana che rifletteva nell'universo rock la parte creativa del movimento bolognese del '77. "Sick Soundtrack", primo LP dei Gaznevada, era un ingorgo stupefacente di intuizioni fra Devo e Contortions ('Going Underground'), Talking Heads (Oil Tubes), no wave newyorkese, psichedelia... (Flavio Brighenti).
Nel giro di pochi anni furono purtroppo fagocitati e integrati dal business musicale e probabilmente anche dall'eroina. Comparvero qualche volta in TV in versione synth pop, specie quando uscì il singolo I.C. Love Affair (rispetto ad altre schifezze del periodo non era neanche male), che diventò una hit dance degli anni '80.

venerdì 8 maggio 2020

Prima di noi















Quattro generazioni che attraversano un secolo di storia italiana: dalla prima guerra mondiale ai nostri giorni. Di solito nutro una certa diffidenza per i libri lunghi (come anche i film) e questa è un'opera colossale che tuttavia si legge tutta d'un fiato nonostante le quasi novecento pagine. 
Giorgio Fontana (autore che non conoscevo, classe 1981) ci regala un grande romanzo che poi è la storia di milioni di famiglie italiane; lo fa con personaggi credibili alle prese con la Grande Storia; come lo siamo tutti in fondo e come recita De Gregori ne La Storia siamo noi. Una cicatrice che resta impressa sulla pelle. Si inizia con la disfatta di Caporetto e la fuga di un soldato disertore nelle campagne friulane, per poi proseguire con l'avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale, la ricostruzione, le lotte operaie, le contestazioni giovanili, il terrorismo, fino alla globalizzazione e alle fragilità dei giovani del nuovo millennio. Ho rivisto in parallelo la storia dei miei nonni: quello paterno tornato traumatizzato dalla Grecia con i piedi in cancrena e quello materno, falegname analfabeta, inventore di filastrocche romagnole (zirudell) per sfottere i potenti. Poi mio padre, la sua breve militanza in potere operaio e la fede a tratti ottusa di quelli della sua generazione nel sol dell'avvenire; fino alla frattura generazionale di fine anni settanta e l'incapacità di familiari e parenti di capire ogni mia scelta. Infine le problematiche complesse delle giovani generazioni che ho modo di toccare con mano grazie al lavoro che svolgo. Un libro ambizioso sì, ma anche molto coraggioso con riferimenti alla grande letteratura. Progressivamente ci si affeziona ai personaggi e infine ci si innamora di questa saga familiare nella quale mi sono immerso con una passione come non accadeva da qualche anno.
Per la potenza del racconto e per il suo ampio respiro vedrei bene un adattamento cinematografico o ancor meglio seriale.

mercoledì 6 maggio 2020

Blob pandemico

Insieme ad Ultravox, Siouxsie e Clash, gli Stranglers sono stati fra i gruppi che ho più seguito ai tempi dell'esplosione del punk. The Raven lo acquistai quando per la prima volta entrai in un negozio di dischi a Londra nel 1979 in piena era post punk. Sembrava di essere nel paese dei balocchi. Furono gli unici ad utilizzare costantemente le tastiere grazie al tocco inconfondibile di Dave Greenfield. Purtroppo anche lui è stato portato via dal coronavirus.



LINK E RIFLESSIONI

"Vedrete tra 15 giorni richiudono tutto, troppa gente in giro!" Sentenziò l'umarell in fila per comprare una pianta di pomodoro. (Visto e sentito oggi con le mie orecchie al consorzio agrario).

La retorica del saremo migliori e abbiamo imparato a fare cose nuove... Da 1 a 10 quanto hanno fracassato queste pubblicità con il loro sottofondo musicale caramelloso?

Nel libero mercato dell’informazione vince chi riesce a catturare l’attenzione e poi a tenerla ed è noto che la paura è un gancio eccellente. La copertura mediatica accordata al Covid-19 è stata, fin dall’inizio spropositata, frenetica e allarmistica. da Wuming ammalarsi di paura

Vita da reclusi desideranti: cinque serie dinamiche. (Mauro Baldrati su Carmilla)

Il virus ha prodotto una nuova figura in Italia: il nuovo bigotto volgarmente chiamato “restocasista martire. da Leoniblog - Il nuovo bigotto

domenica 3 maggio 2020

Cara catastrofe 7 - Sfinge testa di morto

Incontro pomeridiano sul muretto del giardino. Che sia un segnale positivo? (Fine del lockdown: escono tutti, perfino la sfinge testa di morto in pieno giorno). Oppure della serie morirete tutti, parola di Acherontia atropos.
Se vi ricordate la si trova nella locandina de Il silenzio degli innocenti sulle labbra di Jodie Foster.


mercoledì 29 aprile 2020

Serie e musica in quarantena: Better Call Saul, Years and Years, Strokes




















Better Call Saul
Dopo una 4°stagione fiacca, nella quinta c'è stato un cambio di passo clamoroso: ultimi episodi emozionanti e indimenticabili che faranno da ponte per il collegamento definitivo con Breaking Bad. Per ora insieme a Years and Years la serie migliore dell'anno.

Years and Years
Un monito per il futuro immediato. BBC e HBO picchiano duro mettendo in scena una realtà ancora più orribile di quella attuale, mostrando il suo impatto sulla vita di un gruppo familiare che vive a Manchester e le cui vicende fanno da filo conduttore nell'arco temporale di quindici anni. L'economia va in frantumi, le calotte polari si sciolgono, il populismo prende sempre più piede nelle sembianze e nei comizi agghiaccianti di una strepitosa Emma Thompson; gli adolescenti si fanno innestare i telefoni nelle mani e fotocamere negli occhi. Impressionanti le analogie con gli accadimenti più recenti, considerando che la serie è uscita prima. Se la quarantena vi ha destabilizzato non fa per voi.

After life
Grande stima per Ricky Gervais che però in questa seconda stagione ha esaurito gli argomenti: per quanto brillante e sarcastica la prima, tanto deprimente e statica questa seconda.

The Strokes - The New Abnormal
Dopo sette anni di pausa gli Strokes hanno ritrovato stile e ispirazione: il nuovo album è una boccata d'aria fresca che trasuda NYC da ogni nota. Riff che sono un marchio di fabbrica (a tratti riportano ai Television e agli anni gloriosi del CBGB) e sonorità rivisitate in chiave anni ’80 a cominciare dall'artwork con un frammento dell'opera Birds of Money di Basquiat. Un lavoro che ha molto diviso la critica nel web: c'è chi addirittura parla di sfacelo. Io l'ho adottato fra le colonne sonore per queste settimane di quarantena.

giovedì 16 aprile 2020

Life songs - Canzoni della vita

Essendo nato nel '60, questo disastroso 2020 rappresenta un giro di boa significativo. Visto il momento, bilanci direi che non è il caso di farne e guardo avanti perché non so ancora quanto mi toccherà lavorare. E così ho scelto dieci canzoni, non necessariamente le più belle, ma quelle che rappresentano la colonna sonora dei periodi e dei momenti più significativi della mia vita. In parte le ho scelte io, ma quasi sempre sono state loro a scegliere me.

Patti Smith - Gloria
Bologna 1979, il mio primo concerto.

R.E.M. - Shiny happy people
Dopo la guarigione da una grave malattia, l'estate 1991 la trascorsi tutta al mare aspettando la nascita di nostro figlio e ascoltando Out of Time.

Talking Heads - Psycho Killer
Primi anni '80: l'esordio su un palco con la cover di questa canzone.

Claudio Lolli - Ho visto anche degli zingari felici
La fine dell'adolescenza, le radio libere, le rivolte di Bologna del 1977 e la certezza di far parte di una minoranza.

The Cure - The Lovecats
1984: dopo un periodo buio, un lungo viaggio in camper fatale per i piloti di questa teiera volante.
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David Sylvian - Orpheus
Alla fine degli anni '80 siamo andati a vivere insieme e il sottofondo era questo: l'ultimo disco solista di Sylvian; l'ho amato e ascoltato a ripetizione.

Radiohead - Lucky
I nostri tempi richiamano alla mente i personaggi di Walt Disney quando corrono sull'orlo di un baratro senza rendersene conto. (Thom Yorke, a proposito del verso We are standing on the edge che chiude la canzone.)
Mai attuale come ora, ma in realtà questa canzone (anche per il titolo) è l'emblema di un periodo spensierato di viaggi in auto ascoltando della gran musica per tutti gli anni '90. Gli ultimi con le cassette.

Police - Message in a bottle
Autunno 1979: Finite le superiori, fuga da casa per vagabondare nell'Europa del nord finendo a fare lo squatter e, per mantenermi, il lavapiatti in un ristorante di lusso sul Mare del Nord. Tutte le sere passava in radio.

Tre allegri ragazzi morti - La mia vita senza te
2012: Una canzone che mi strappa il cuore, perché coincide con la prima volta in cui ho dovuto affrontare la scomparsa di una persona cara.

The Shins - Phantom Limb
Madagascar 2007, colonna sonora (per caso) di un viaggio solitario e indimenticabile in mezzo alla natura primordiale. Gruppo poco noto in Italia, ma portatore di un pop sopraffino.

venerdì 10 aprile 2020

Shopping war e distanziamento sociale

Uscita mattutina alla guerra per la spesa. Dalla finestra vedo una fila lunghissima già mezz'ora prima dell'apertura del supermercato. Rinuncio e mi bardo (più che altro per evitare eventuali rompicoglioni e sceriffi alla finestra) per una sana camminata che mi porta nei piccoli negozi di alimentari che vanno supportati e che sono molto più vivibili e tranquilli dei grandi iper, dove tutti si ammassano "stocazzando" tutto: merci, carrelli, casse. La retorica del restate a casa mi ha nauseato, preferisco alla grande #iostoatremetri o #iostodasolo come ho letto su questo articolo illuminante che condivido totalmente di R. Manzotti. 

Soltanto questa deriva salvifico-moralista può spiegare l’acredine e l’astio moralistico (l’onda di m…a con cui si sono affrontate le posizioni non allineate). Il dissenso è stato immediatamente associato con la indegnità morale del difensore. Chi sosteneva l’importanza dell’attività fisica è stato immediatamente deriso (la “corsetta”, “andare a spasso”) o associato a tratti moralmente inferiori (narciso, egoista, individualista, persona priva di rispetto), mentre l’abuso di carboidrati, tabacco e alcool che pure ha accompagnato la clausura domestica viene visto con indulgenza (tabacco) e generalmente con vera e propria simpatia (alcool e cibo). È ovviamente irrazionale pensare che chi corre manchi di rispetto mentre chi sforna torte e pizze sia un monaco penitente, ma è coerente con la cornice ideologica dove il virus deve essere sconfitto dal sacrificio e dalla sottomissione alla autorità e non dall'intelligenza e dalla tenacia.

In questi tempi di distanziamento sociale, un omaggio geniale a Wes Anderson e un augurio di buona Pasqua a tutti quelli che ancora passano da queste parti.

mercoledì 8 aprile 2020

Cara catastrofe 6 - il fascino di dodici suite

Sarà la nostalgia o saranno i tempi dilatati della quarantena, ma in questi giorni mi è tornata la voglia di ascoltare suite musicali. Ve ne sono alcune di una bellezza incommensurabile che non mi stancano mai, specie mentre dedico quei venti minuti di straching ed esercizi per evitare di assumere la forma di un divano o della sedia su cui lavoro. Parliamo di brani di una durata minima di dieci minuti che hanno caratterizzato una stagione musicale ormai sepolta, ma per me indimenticabile.












King Crimson - Starless
: in 12 minuti tutta la dolcezza e il furore della musica. Geni!

Can - HalleluwahUn mantra tribale con un groove funk che manda in trance. Avanti, avanti; i più avanti di tutti nel kraut rock e parliamo del 1971, anno d'uscita di Tago Mago.

Genesis - Supper's ready: suite capolavoro in sette movimenti. A mio avviso una delle più alte espressioni (sia per il livello compositivo che per la complessità dei testi) della musica progressive. Qui in fondo in una meravigliosa versione a fumetti ad opera dell'artista newyorkese Nathaniel Barlam.

Brainticket - BrainticketNel 1971 una banda di fricchettoni provenienti dai più svariati paesi europei si mette in testa di dare una lezione ai californiani su come si fa un disco sotto l'effetto dell'acido lisergico. Ne ho parlato qua!

Gong - The Isle Of Everywhere: L'ultimo viaggione interstellare di Daevid Allen & company.

Supertramp - Fool's Overture: Suite sinfonica che chiude maestosamente l'album Even in the Quietest Moments; siamo nel 1977 e i super-vagabondi qui e con l'album successivo (Breakfast in America) raggiungono il loro apice creativo.

Grace Slick - Theme From The Movie Manhole: una suite di 15 minuti con l'accompagnamento della London Symphony Orchestra, che si dipana potente e delicata allo stesso tempo. La vocalità di Grace esplode in tutte le sue sfaccettature: lirismo, passione e sensualità sorretti da un cantato in cui si alternano inglese e spagnolo.

Date Palms - Honey Devash: Ninna nanna sciamanica del deserto.

Pink Floyd - Atom earth mother: Ogni commento è superfluo. Una versione live della Orchestre Philharmonique de Radio France.

Pink Floyd - Echoes: Come sopra.

Mike Oldfield - Ommadown: 22 anni aveva nel 1975 Mike Oldfield! 

Claudio Lolli - Ho visto anche degli zingari felici:
In questa meravigliosa composizione ci sono parole e suoni che raccontano la mia storia e quello che sono diventato. Uno dei primi post della teiera volante parla di questo.

domenica 5 aprile 2020

C'è troppa gente in giro? Too much pressure!

















Stamattina in panetteria c'erano tre persone prima di me in attesa di entrare: ho scoperto che la prima era una tipa che si trovava a 10 m. dall'ingresso fra le auto parcheggiate nella piazzetta. Con tutta la prudenza necessaria e soprattutto con il rispetto per la tragedia che ha colpito migliaia di persone, questa mi pare una forma di psicosi in piena regola: non è che stiamo un tantino esagerando? Ovunque il leitmotiv quotidiano è c'è troppa gente in giro. Cittadini indignati e giustizieri da social scrivono post incarogniti contro presunti untori/camminatori, minacciando foto (o addirittura scattandole) salvo poi fare marcia indietro per non beccarsi una giusta denuncia. All'epoca sarebbero stati ligi collaboratori di quartiere dell'OVRA. Un conto sono la coscienza civica e il rispetto assoluto delle regole, un altro è trasformarsi in cacciatori di streghe.

Ora spiego una cosa semplice: abito in una zona centrale e ieri sono uscito a piedi per andare in farmacia a prendere dei medicinali per mio padre. Nello spazio di 200 metri abbiamo alcuni fra i pochi esercizi ancora aperti: un frutta e verdura, due panetterie, un negozio di articoli per l'igiene, l'edicola, la tabaccheria, un supermercato. In paese di dodicimila abitanti, vorrei che qualcuno mi spiegasse come sia possibile pretendere che non ci sia nessuno in giro.

domenica 29 marzo 2020

Cara catastrofe 5 - La fiera delle atrocità

E la primavera m’ha portato il riso atroce dell’idiota. ( A. Rimbaud - Una stagione all'inferno)

You'll see the horrors of a faraway place,
Meet the architects of law face to face.
See mass murder on a scale you've never seen,
And all the ones who try hard to succeed.

Vedrete gli orrori di un luogo remoto
incontrerete faccia a faccia gli architetti della legge
vedrete uno sterminio di massa di proporzioni mai viste
e tutti quelli che hanno fortemente agito perché ciò accada





La primavera ci sta esplodendo in faccia con tutta la sua feroce dolcezza e noi, in mezzo a tutto questo delirio, rifugiati in casa con due certezze: la natura e gli animali che riprendono i loro spazi e la pubblicità in tv che non si ferma mai, nonostante investimenti ridotti e campagne annullate o rimandate.

Dopo giornate dense e complicate di telelavoro in stanze separate, ieri ci siamo consolati con un'accoppiata micidiale di dolce/salato. Lo strudel integrale fatto in casa era pura poesia.

lunedì 23 marzo 2020

Cara catastrofe 4 - Dagli all'untore

I promessi sposi (1840) 666.png
l’untore! dagli! dagli! dagli all’untore!"
“Chi? io! ah strega bugiarda! sta zitta,” gridò Renzo; e fece un salto verso di lei, per impaurirla e farla chetare. Ma s’avvide subito, che aveva bisogno piuttosto di pensare ai casi suoi. Allo strillar della vecchia, accorreva gente di qua e di là; non la folla che, in un caso simile, sarebbe stata, tre mesi prima; ma più che abbastanza per poter fare d’un uomo solo quel che volessero.


La storia si ripete. I nuovi untori sono i runner o ancora peggio semplicemente chi, per motivi di salute come il sottoscritto, dovrebbe camminare un'oretta tutti i giorni e si vergogna o addirittura ha paura di farlo anche attorno all'isolato. Il passo dall’aggressività social a quella faccia a faccia è molto più breve di quanto sembri.
A tal proposito è molto significativo il racconto di  Pietro De Vivo, editor di narrativa e saggistica per le edizioni Alegre, fermato a Roma mentre rincasava a piedi dal lavoro e trattato come un delinquente in maniera vergognosa.

Ho appreso con tristezza della scomparsa di Gianni Mura: l'unico narratore sportivo che amavo leggere. Riusciva a farti emozionare e a volare alto con i suoi racconti e la sua cultura.

Siamo andati a suonare da nostro zio che abita in fondo alla strada per chiedergli se aveva bisogno. Chissà se abbiamo trasgredito! Classe '28, pensava di averle viste tutte: il fascismo, la fame, la guerra, l'asiatica, Chernobyl, le torri gemelle, Trump, le citofonate... Questa gli mancava, ma non gli manca mai il senso dello humour. Ci ha tirato lui su di morale. Persona fantastica.

Periodo ideale per iniziare a leggere un libro come questo (896 pagine!). Una di quelle saghe familiari che mi sono sempre piaciute. C'è tutto il tempo.

venerdì 20 marzo 2020

Cara catastrofe 3 - Distanze

Avanti di questo passo:
“Con il caldo, alcuni nostri concittadini avevano perso la testa e cedendo alla violenza avevano cercato di eludere la sorveglianza dei posti di guardia per scappare fuori dalla città”. A. Camus - La Peste, 1947

Il terrore per alcuni si rovescia nel suo contrario: l’immenso piacere voyeuristico di spiare, fare delazione, mandare foto sui social additando altri che pure si stanno comportando perfettamente secondo le regole. qua

Siparietto di un'isterica al supermercato semi-vuoto (ingressi rigidamente contingentati).
- Ma lei non ha la mascherina!!??
- Guardi, stia tranquilla sono un medico: invece di sbraitare mi stia a distanza e venga a fare la spesa una volta alla settimana.

I miei dialoghi ai tempi del coronavirus con i conoscenti incontrati a buttare la spazzatura o in attesa davanti alla farmacia:
- Ehi ciao, come va?
- 'Na favola!


Non è mai stato così liberatorio come in questo periodo andare a buttare la spazzatura. Non vedo l'ora tutte le sere, anche perché mantenere le distanze è una cosa, essere murati vivi un'altra.

Tenete d'occhio questa giovane cantautrice: a giugno uscirà il suo album Kitchen Sink.

lunedì 16 marzo 2020

Cara catastrofe 2: Minority Report

Sono i giorni della responsabilità personale contrapposta al populismo virale. Gendarmi di quartiere dai balconi controllano chi cammina per strada e poi (principalmente su facebook) scrivono post incarogniti invocando l'intervento dell'esercito. Intanto però arrivano i droni a Forlì. Si è passati dal comportamento idiota di tutti al mare al ristorante al coprifuoco con situazioni surreali: io e la mia compagna dormiamo insieme, ma quando andiamo a sgranchirci le gambe per non restare inchiodati sul divano, stiamo distanti tre metri. Al paesello c'è la Stasi con i delatori. Anche l'argine del fiume, largo diversi metri e unico sfogo naturale di un territorio blindato, è diventato zona off limits. Ok, rispettiamo le regole per la salute pubblica, ma non senza riflettere.
Wolf Bukowski su Wumingfoundation: Un genitore, e magari l’altro genitore, e il figlio e la sorella, che vivono in una casa piccola, che livello di sofferenza psicologica possono sviluppare, se neppure al parco possono più andare?Viralità del decoro. Controllo e autocontrollo sociale ai tempi del Covid-19

Tutti a casa nel guscio e intanto madre natura ci sbeffeggia con giornate di primavera anticipata di una bellezza struggente e dall'aria pulita. Sempre dato per spacciato, anche quest'anno il nostro albicocco ce l'ha fatta.

Lullaby me to sleep.

Keep me safe, lie with me,

venerdì 13 marzo 2020

Riascoltare vecchi dischi

Visti i tempi, è anche l'occasione per riascoltare dischi non vecchissimi, ma dimenticati troppo in fretta. Il 13 marzo 1995, esattamente venticinque, anni fa usciva The Bends, il secondo album dei Radiohead.
L'ho riascoltato tutto: era ed è ancora un fottuto capolavoro.

Fake plastic tree fu il terzo singolo e malgrado il disco non fosse andato molto bene nelle vendite, raggiunse il 20° posto in UK. Pochi accordi con la chitarra acustica bastarono a Thom Yorke per fare esplodere tutta la sua vocazione lirica. In studio registrò voce e chitarra in una sola sessione, lasciando poi le rifiniture agli altri. La dolcezza del brano stride spesso con il testo, a tratti lugubre, a tratti surreale: "She lives with a broken man/ A cracked polystyrene man who just crumbles and burn" (Lei vive con un uomo a pezzi / Un uomo di polistirolo marcio che si sbriciola e brucia)
L'albero finto di plastica del titolo si può interpretare come una metafora della finzione umana, anche se pare che Thom Yorke abbia scritto il testo pensando al consumismo e alla massificazione della società. Così l'incipit:
Il suo innaffiatoio di plastica verde
Per la sua piantina di gomma cinese finta
Nella terra di plastica finta 
Che ha comprato da un uomo di gomma

In una città piena di piani di gomma

mercoledì 11 marzo 2020

Cara catastrofe

Chissà se con questo isolamento riprenderanno vita i blog, oltre ad un minimo di coscienza civica. Visti i recenti segnali, ne dubito. Comunque da un giorno all'altro sta cambiando la lista delle priorità; fra le mie non c'è mai stato l'aperitivo a Cortina o sui navigli. Mai come adesso, gli scacchi, i libri e la musica sono salvifici. 
E poi ci sono appunto le priorità. Mio padre col Parkinson, che frequentava un centro diurno per anziani, è dovuto rimanere a casa dalla sera alla mattina, per cui buona parte del mio tempo sarà dedicata a lui che abita in un altro paese e non può muoversi da casa. 
E poi mio figlio a Bologna che doveva partire, ma dovrà restare.
La sua compagna che presto deve laurearsi, ma l'università è chiusa.

Nelle nostre camere separate
a inchiodare le stelle
a dichiarare guerre
 

Dieci anni fa usciva questo disco.
  

lunedì 2 marzo 2020

Waiting for the End of the World: paranoia, virus e sogni apocalittici



Ieri sera eravamo in cinque a cena qua sulla teiera a raccontarci, come in una specie di decamerone, fatti e novelle della settimana di delirio da poco terminata. Un'amica racconta che al supermercato qui vicino un signore si è presentato alla cassa con 70 barattoli di fagioli; se non l'ammazzerà il virus saranno i problemi intestinali!
Franco, il più preparato, ci ha esposto con fervore il contenuto di Spillover, il libro di David Quammen che aveva previsto la pandemia. L'abbiamo presa come sempre con ironia, ma su quello che racconta il libro, documentato scientificamente, non c'è molto da ridere, tanto che stanotte (sarà stata la troppa piadina) ho avuto un incubo...
Sono a Bologna da mio figlio che a giorni deve essere assunto definitivamente nell'azienda per cui sta lavorando. Gli chiedo se è tutto ok, ma mi accorgo che c'è qualcosa che non va, infatti mi racconta che ha rifiutato perché deve partire per un viaggio a Hong Kong. Messo alle strette mi confessa che fa parte di un'organizzazione che propugna l'estinzione della specie umana: si introducono nelle manifestazioni per spargere virus in tutti continenti. 

Al risveglio mi è tornata in mente Utopia, una serie britannica di qualche anno fa: vaccini tenuti segreti, corporazioni e cospirazioni, virus letali e una soluzione brutale al problema della sovrappopolazione mondiale.
Che il virus sia ruspante, o che sia stato creato e diffuso intenzionalmente come arma batteriologica, l’epidemia è comunque destinata a sfuggire al controllo. E dopo il numero dei morti, bisogna preoccuparsi di quello dei non morti. Carmilla - World War V

lunedì 24 febbraio 2020

Isolamento

Questi piaceri una distrazione ribelle,
Questo è il mio unico premio fortunato.
Isolation, isolation, isolation, isolation, isolation.

I segnali ci sono tutti: l'epidemia globale, l'informazione apocalittica di serie B, il clima impazzito (un'alta pressione perenne che ha trasformato l'inverno in una primavera malata) la folla ansiosa che saccheggia i supermercati, come quello proprio qui di fronte alla teiera volante. Ma io fin da bambino ho visto troppi film per farmi prendere dal panico, per cui al momento mi sono limitato a procurarmi qualche arma da fuoco, un machete e una riserva d'acqua.

Stronzate a parte, stamattina ho dovuto veramente dare sostegno psicologico alla mia edicolante: è completamente impanicata; barricata dietro il vetro con la mascherina, i guanti e il disinfettante!
Siamo qua, sospesi forzatamente dal lavoro per una settimana e la cosa migliore da fare è cominciare a smaltire la pila di libri arretrati, camminare sull'argine del fiume e fottersene educatamente di tutto questo panico.
Da leggere il post Diario virale di WuMing, come sempre illuminante.

Sandro Veronesi - Il Colibrì
Amitav Ghosh - L'isola dei fucili
Igiaba Scego - La linea del colore
William Boyle - Gravesend

sabato 22 febbraio 2020

Califone

Dopo sette anni ritorna con un nuovo album uno dei gruppi più originali e che ho più apprezzato nel nuovo millennio: Califone da Chicago, Illinois. Bellissima questa Bandicoot.

sabato 1 febbraio 2020

1970/2020: Cinquanta album italiani

Con il 2020 fanno 50 anni di musica: praticamente da quando ne avevo dieci e nel diario scolastico riscrivevo arbitrariamente la hit parade radiofonica. Ovviamente gli album dei primi anni '70 li ho scoperti strada facendo e la lista non pretende di essere esaustiva: riflette esclusivamente i miei gusti e la mia sensibilità.

Fabrizio De André - La Buona Novella 1970
Osanna - L'uomo 1971
Claudio Rocchi - Volo magico n.1 1971
Le Orme - Collage 1971
Alan Sorrenti - Aria 1972
PFM - Storia di un minuto 1972
Banco del Mutuo Soccorso 1972
Lucio Battisti - Il mio canto libero 1972
Area - Arbeit Macht Frei 1973
Lucio Battisti - Anima Latina 1974
Perigeo - La valle dei templi 1975
Area - Crac 1975
Francesco De Gregori - Rimmel 1975
Napoli Centrale - Napoli Centrale 1975
Edoardo Bennato - Io che non sono l'imperatore 1975
Enzo Jannacci - Quelli che... 1975
Claudio Lolli - Ho visto anche degli zingari felici 1976
Francesco De Gregori - Bufalo Bill 1976
Francesco Guccini - Via Paolo Fabbri 43 1976
Eugenio Finardi - Sugo 1976
Rino Gaetano - Mio fratello è figlio unico 1976
Lucio Dalla - Com'è profondo il mare 1977
Ivan Graziani - Pigro 1978
Skiantos - MONOtono 1978
Pino Daniele - Nero a metà 1980
Gaznevada - Sick Soundtrack 1980
Franco Battiato - La voce del padrone 1981
Surprize - The Secret Lies In Rhythm 1982
Diaframma - Siberia 1984
Fabrizio De André - Crêuza de mä  1984
Not Moving - Flash on you 1988
Elio e le Storie Tese - Italyan, Rum Casusu Çikti 1992
Frankie Hi-Nrg Mc - Verba Manent 1993
Üstmamò - Üst 1996
Daniele Silvestri - Il Dado 1996
Fabrizio De Andrè - Anime Salve 1996
Consorzio Suonatori Indipendenti - Tabula Rasa Elettrificata 1997
Casino Royale - CRX 1997
Almamegretta - Lingo 1998
Subsonica - Microchip emozionale 1999
Quintorigo - Grigio 2000
Samuele Bersani - Giudizi Universali 2000
Offlaga Disco Pax - Socialismo tascabile 2005
Afterhours - Ballate per piccole iene 2005
Baustelle - La Malavita 2005
Verdena - Requiem 2007
Julie's Haircut ‎– Our Secret Ceremony 2009
A Toys Orchestra - Midnight Talks 2010
Tre Allegri Ragazzi Morti - Nel Giardino dei Fantasmi 2012
Le luci della centrale elettrica - Terra 2017

lunedì 27 gennaio 2020

Av salùt

Per come intendo l'essere di sinistra oggi, lungi da me un qualsiasi elogio del PD, ma questa gentaglia che propone di liberarci (non si sa da cosa) mi fa ribrezzo. Per fortuna la loro infezione non ha attecchito, almeno non ancora del tutto.
Av salùt! Ci rivediamo tra cinque anni, ma a questo punto saremo noi emiliano-romagnoli a proporre la secessione...
Dai va là, si scherza, venite da noi che si sta ancora abbastanza bene.

ps: come Renzi, Matteo Salvini ha rotto i coglioni. Carmilla-Parmageddon

giovedì 16 gennaio 2020

The Comet is Coming, la gente e la propaganda tossica

Un viaggio interiore in linea con lo spirito della teiera volante. Benvenuti sulla cometa in fuga da Londra dove potete trovare Sun Ra, Coltrane e i Gong riuniti in un viaggio cosmico. Un trio che vede Shabaka al sax e al clarinetto, Dan Leavers alle tastiere e la batteria di Max Hallett (anche feat. Kate Tempest in un brano).
"Noi non vogliamo solo che i nostri ascoltatori ballino ai concerti, anche se lo fanno sempre: vogliamo cambiare la struttura del loro dna”.
Pazzi scatenati!



Sono tempi in cui la propaganda tossica delle macchine del consenso è sempre più invasiva; prima fra tutte quella del populismo che in questi giorni in particolare sta imperversando qui in Emilia Romagna. Alcuni sostenitori della Lega vengono intervistati e viene fatto loro notare che Salvini non è candidato; alla domanda per chi avrebbero quindi votato, hanno risposto Bonaccini... 
La realtà è sempre più schiacciata da narrazioni deformate. Alleniamoci a smontarle per poi pisciarci sopra. Si vivrà meglio.

Una volta al mese scatta la giornata del cagacazzi: ovunque vai (poste, panetteria, uffici) sai che prima o poi ti tocca: ci sarà prima di te una persona pedante o incattivita che ti farà aspettare come se ne avessi dieci davanti. C'est la vie, ormai lo so e passo il tempo a studiarne la psiche; è sopravvivenza.