lunedì 7 dicembre 2009

A serious man


Kafkiano. E' la secca definizione con cui definirei l'ultimo film dei fratelli Coen. Ancora una volta in grado di stupire con un'opera minore che con un certo cinismo prende di mira l'ambiente e la comunità ebraica in cui sono cresciuti alla fine degli anni sessanta. Larry è uno Schlimazel, cioè una persona che cade vittima degli eventi e del destino; una serie di imprevisti sgradevoli e incomprensibili lo investono a catena: dal lavoro, all'ambiente familiare, ai rapporti personali.
Anche se in chiave tragi-comica, una sconfortante visione del mondo: l'uomo è smarrito di fronte all'ineluttabilità del caos e in questo caso non trova neanche conforto nella religione (demenziali e sublimi allo stesso tempo i colloqui con i vari rabbini) che anzi non fa che accrescere il suo senso di angoscia e l'insicurezza. Si sorride e qualche volta si ride di fronte all'humour nero e alla galleria di personaggi grotteschi, nella cui creazione i Coen non hanno rivali al mondo. Ho letto in giro solenni stroncature ed esaltazioni forse eccessive; siamo comunque vicini a quello che per i miei gusti considero il loro poker d'assi: Fargo, Il grande Lebowski, L'uomo che non c'era, Non è un paese per vecchi. Un film che si apprezza se si conosce la loro filmografia.
Nota finale sulla solita distribuzione demenziale, che non riesce a piazzare una copia in nessuna delle due multisale della nostra vicina città. Comunque qualche km in più d'auto vale sempre un film dei Coen brothers, soprattutto se il premio è una sala semivuota.

16 commenti:

  1. Anche se sa tanto di un film minore dei Coen, lo guarderò come tutti gli altri, altro che cinepanettoni !

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  2. Mi sa che sabato ho fatto una cazzata scegliendo di andare a vedere Ken Loach che mi ha deluso molto.Me lo sentivo che questo era meglio ma rimedierò.

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  3. i coen son sempre da vedere..hai ragione..solo una cosa.al tuo poker dei migiori aggiungerei barton fink..film che vinse nel 91 e che trovai splendido..

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  4. @ Brazz:
    Aggiunta molto apprezzata!

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  5. Non l'ho ancora visto, ma guardo sempre i film e non mi lascio influenzare dai critici. Vedrò presto anche l'ultimo... infondo i Coen brothers hanno sempre avuto la mia stima come spettatrice :)

    Clelia

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  6. Da noi l'ha proiettato il Warner (che, comunque, dista da me oltre 50 km)e non me lo sono lasciato scappare. In sala eravamo una ventina al massimo, mentre per Checco Zalone c'erano ben tre sale. Vabbè: sarà che io non capisco.
    :)

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  7. Mi piacerebbe andare al cinema ma credo che per i prossimi dieci giorni non se ne parla...

    Me lo segno.

    Notte Lucien!

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  8. Non l'ho visto. Peraltro da me invece era proietattato in una multisala. Strano...

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  9. Io, in accordo parziale con brazzz, metterei Berton Fink AL POSTO de Il Grande Lebowski.
    Vi giuro che io non ho mai capito perché quel film abbia così tanto riscontro. Posso capirlo in USA ma qui in Italia non regge.
    E' il più grande buco nell'acqua dei Coen, più ancora di "Prima ti sposo e poi ti rovino".
    Lebowski è una scialba apologia del fancazzismo coatto, con qualche buon carattere (ottimo il solito Turturro) girato benissimo (come potrebbe essere altrimenti?) ma del tutto sterile e obiettivamente noiosissimo.
    Vabbè. Ora insultatemi pure ma... VOGLIO delle motivazioni SERIE per considerare Lebowski tra i film migliori dei fratelli Coen

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  10. dai noi la multisala l'hanno chiusa... non c'è nemmeno il problema delle pellicole..

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  11. @ Joyello:
    Ma dove un'altra galleria di personaggi così memorabili?
    Già solo la scena in cui John Goodman che prende a mazzate l'auto vale tutto il film.
    Poi ci sarebbero da scrivere 4 cartelle, volendo addurre motivazioni SERIE, ma non è il caso visto che in 20 anni non ti sei smosso dalla convinzione che Shining sia un film mediocre!
    Evidentemente sul cinema ti muovi su altre coordinate valutative, ma va bene così...la varietà è ricchezza.
    L'accostamento con "Prima ti sposo e poi ti rovino" però non te lo passo!

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  12. Hey Lucien come hanno tradotto la battuta dei Jefferson airplane???

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  13. @ Chiara:
    Quale, quando il ragazzino va dal rabbino supremo dopo la cerimonia?

    Se è quella la scena, il rabbino dopo un discreto silenzio elenca semplicemente (con fatica e inceppandosi) i nomi dei componenti del gruppo, mentre riconsegna la radio fra la gioia e lo stupore del ragazzo.

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  14. A genova, devo dire, c'era; me lo sono perso perché ho visto il trailer e mi sembrava un po' noioso, ma la tua recensione mi convince del contrario. Andrò a vederlo quando (se?) torna in giro.

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  15. Sono malato, ancora per poco e solo per questo non l'ho ancora visto. Concordo con te per "Il grande Lebowski"; rido ancora adesso al solo pensiero di quella scena che citi. Per me un loro grande film da aggiungere alla terna è "Fratello, dove sei?" (non a caso, dopo il Lebowski e prima di "L'uomo che non c'era", segno che quello è stato il loro periodo d'oro, che oggi, dopo qualche passo falso come "Prima ti sposo..." stanno ritrovando).

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