Due diverse locandine per lo stesso film di Alain Resnais. Quella più in sintonia con la storia in realtà è quella di destra (quella italiana è puro makeup).
Era da un po' che non mi capitava di vedere spettatori che lasciano la sala prima della fine della proiezione; fra l'altro una sala d'Essai, perciò si suppone frequentata da persone con ore di volo alle spalle e abituate alle pellicole più ostiche.
Sto prendendo tempo perché non riesco a trovare le parole giuste per definire il film dell'ottantottenne regista francese. Spiazzante, cerebrale, surreale? Inutile raccontare una trama che è solo un pretesto per condurci altrove, dove portano le erbe folli. Un film osannato da quasi tutta la critica (ma siete sicuri?). Fra le pochi voci fuori dal coro quella di Mereghetti che condivido pienamente: "... se il gusto un po’ surreale e iconoclasta di «distruggere» la realtà come la conosciamo ci prende la mano (e qui il sospetto fa capolino più di una volta), se le domande si moltiplicano (quasi) all’infinito e le risposte non arrivano mai, allora il rischio è quello di sentirci di fronte a un’intelligenza di cui sfuggono le ragioni. E il piacere lascia il campo a un sentimento di rispettosa estraneità."
Parafrasando:Era da un po' che non mi capitava di vedere spettatori che lasciano la sala prima della fine della proiezione; fra l'altro una sala d'Essai, perciò si suppone frequentata da persone con ore di volo alle spalle e abituate alle pellicole più ostiche.
Sto prendendo tempo perché non riesco a trovare le parole giuste per definire il film dell'ottantottenne regista francese. Spiazzante, cerebrale, surreale? Inutile raccontare una trama che è solo un pretesto per condurci altrove, dove portano le erbe folli. Un film osannato da quasi tutta la critica (ma siete sicuri?). Fra le pochi voci fuori dal coro quella di Mereghetti che condivido pienamente: "... se il gusto un po’ surreale e iconoclasta di «distruggere» la realtà come la conosciamo ci prende la mano (e qui il sospetto fa capolino più di una volta), se le domande si moltiplicano (quasi) all’infinito e le risposte non arrivano mai, allora il rischio è quello di sentirci di fronte a un’intelligenza di cui sfuggono le ragioni. E il piacere lascia il campo a un sentimento di rispettosa estraneità."
Sono stato il teorico della Nouvelle Vague, regista di Hiroshima mon amour e ho due palle così; però non ho voglia di raccontare niente, ma solo inebriarvi con la complessità del mio metacinema scardinando ogni meccanismo causa-effetto.
Coraggioso, non privo di fascino, ma inestricabile.
Voto @@½ (legenda nella barra a destra)
Coraggioso, non privo di fascino, ma inestricabile.
Voto @@½ (legenda nella barra a destra)
quindi non mi sembra ti sia piaciuto un granché..
RispondiEliminadalla solita locandina italiana sembra una commedia romantica alla love actually, ma immagino non sia assolutamente così
Hanno cercato di rendere attraente il film con una locandina che fa passare quel messaggio. No, non mi è piaciuto: alla lunga il gioco surreale stanca, malgrado qualche lampo.
RispondiEliminaa me è piaciuto e ne ho scritto pure un post
RispondiEliminaforse perchè ho vissuto un'esperienza simile, ma senza il finale (forse) tragico...
non è surreale, è un gioco seduttivo folle ma possibilissimo, credetemi...
abbastanza stroncato direi! :)
RispondiEliminama lo guarderò cmq, ho venerazione per questo regista e la curiosità è troppo forte...
@ robydick:
RispondiEliminaPiù che stroncarlo, diciamo che ho voluto metterne in risalto alcuni aspetti veramente ostici che superano i lati artistici, che vista la caratura del regista non mancano.
@ Rebirth:
Benvenuta.
Finale tragico? Chissà chi lo sa.
I finali sono due, forse anche tre!
in attesa di vedere il film, mi limito a commentare la solita patetica operazioncina Lobotom-italiota: da erbe folli ad amori folli. Complimenti.
RispondiEliminamettiamoci pure che ci siamo disabituati a vedere certe cose, chissà..
RispondiEliminaCaspita però con una recensione così è come spingermi dentro la sala.Sono super curioso di vederlo, anche se poi magari m'incazzo perchè non mi piace.
RispondiEliminaIo l'ho visto, nessuno è uscito dalla sala, ma accanto a me una coppia ogni tanto rideva per la comicità involontaria, e meditava di andarsene, ma ha resistito fino alla fine. Condivido pienamente il tuo "Coraggioso, non privo di fascino, ma inestricabile." e anche la preferenza della locandina originale. Tieni conto che l'ho visto subito dopo "Cosa voglio di più", uno dietro l'altro. Pensa che strano (uscito da una sala e imbucato subito in un altra, manco un minuto di tregua) a vedere questo onirico Resnaisiano.
RispondiEliminap.s.
condivido il commento di Harmonica, anzi, lo quoto, e il finale forse non è poi così tragico.
@ Alligatore:
RispondiEliminaA me in alcuni passaggi ha ricordato certe pellicole di Bunuel, senza però il fascino geniale e corrosivo del regista spagnolo.
Però, che full immersion!
la locandina e il titolo originale erano belli....
RispondiEliminaBunuel? A me ha ricordato Alain Resnais... è un film Novelle Vague, fatto oggi, e così dobbiamo prenderlo.Finalmente hai visto "Cosa voglio di più" e ti è pure piaciuto.
RispondiElimina@ Alligatore:
RispondiEliminaSì, mi è piaciuto "Cosa voglio di più" e condivido ciò che hai scritto.
Riguardo Resnais: la Nouvelle Vague ha influenzato il cinema degli anni '60 e '70 e non solo, però nel 2010...