lunedì 8 febbraio 2010

Scherzi da bar: l'appeso

I bar di paese aprivano all'alba e chiudevano a notte fonda. Non erano ancora spuntati i wine bar o quei locali anonimi con le bariste gnocche che chiudono alle otto di sera. Il bar era un luogo ruspante, palestra quotidiana di goliardia e maschilismo, ma anche di confronto tra generazioni. Nel suo Bar Sport Stefano Benni ne ha colto l'essenza. Altrettanto ha fatto Ligabue in Radio Freccia, con Guccini nella parte del barista finto cinico e una galleria di personaggi tipici: dal pazzo del paese al puttaniere, oltre che ovviamente al gruppo di giovinastri irrequieti.
Nel corso principale del paese in cui sono cresciuto, lungo il porticato vicino alll'ingresso del bar c'erano delle sbarre orizzontali che attraversavano gli archi. Un pomeriggio mi fu chiesto se fossi stato in grado di aggrapparmi con un salto ad una di esse per fare non so quante flessioni, perché... mica tutti ce la fanno! Non sospettai di nulla e con una certa aria di superiorità, facendo valere la mia statura, mi appesi alla sbarra con sospetta facilità .
Immediatamente sentii da dietro quattro braccia prendermi le gambe e tirarle con forza; mi ritrovai così in trazione in posizione obliqua: lasciare la presa significava farsi tanto male, per cui era obbligatorio resistere. Nel frattempo altre mani provvedevano (in pieno giorno e in centro) a calarmi jeans e mutande fino alle caviglie. Il mio patetico tentativo di coprirmi con una mano, non migliorò di molto la situazione, che si protrasse per un interminabile minuto. La presi sul ridere e seppi subito dopo che lo stesso battesimo ero toccato alla maggior parte dei nuovi giovani frequentatori del bar. Già pregustavo il momento della rivalsa, che avvenne qualche tempo dopo: solo che il coglione di turno, preso dal panico o dalla vergogna lasciò le mani e si spaccò un polso! Fine di questo gioco. Ma ce n'erano altri...

22 commenti:

  1. non li ho mai frequentati molto i bar, io femminuccia e banditi dai permessi, ma ne hai regalato un bellissimo spaccato :-)

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  2. In effetti sembra incredibile, ma ancora in quegli anni per le femminucce era considerato disdicevole frequentare i bar (soprattutto certi bar)
    Nel nostro cominciavano allora ad entrare (per lo più nostre morose o amiche) sfidando le occhiate dei vecchietti e dei benpensanti.

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  4. io sarei morta dall'imbarazzo e non mi sarei più ripresa!!!

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  5. p.s. io avevo i fratelli e i cugini tutti maschi e quindi seguivo sempre loro

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  6. Visto l'esercizio che ti hanno fatto fare è proprio il caso di dire che quel bar era una Palestra di Vita !

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  7. Gli scherzi da bar sono peggio degli scherzi da prete, ma per fortuna (o forse no) io non sono cresciuto in un paese per cui i bar erano più impersonali e non si facevano quegli scherzi!
    bello però, semplice e ingegnoso.
    ciao, silvano.

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  8. abbasso i wine bar fighetti!
    però meglio i locali con le bariste gnocche, che 'sti scherzi da bar, non credi?
    ;)

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  9. mio fratello passa intere serate a raccontare ai suoi figli e a mio figlio (che frequentano solo le birrerie) le sue avventure al bar...e quante risate
    si fanno!

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  10. Che nostalgia per "il primo" grande Stefano Benni, ancora effervescente e poco politicizzato! BAR SPORT è da quattro asterischi, IL BAR SOTTO IL MARE addirittura da cinque.

    p.s. Grandiosa la tua citazione di Tom Waits. Non c'è miglior benvenuto che una frase così intelligente... A presto!

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  11. Adesso mi hai messo addosso la curiosità di conoscere quali erano questi altri scherzetti da bar... racconta, racconta! :)

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  12. @ Ross.
    Prossimamente: "Il palo del compleanno"

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  14. Ci son cresciuto anch'io, dentro a quei bar.
    Con quei flipper che andavano a colpi di anca, con il Totocalcio con la striscetta a colla, con il juke box.
    Cazzo non cambierei tutto questo con niente.
    Bellissima rievocazione.

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  15. @Lucien: suona inquietante. E' meglio che tenga a freno l'immaginazione. :D

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  16. Lucien mi hai fatto morire dalle risate con il tuo aneddoto :D

    Per quanto riguarda il discorso bar, soltanto intorno alla piazza del mio paese (di circa 8000 abitanti) ce ne sono cinque: quello per fighetti, quello per ubriaconi di una certa età che guardano le partite, quello malfamato per giovani ubriaconi e non solo, il bar/pasticceria per le famigliole, il bar/tabacchi per un caffè veloce...
    Considerando poi tutti quelli sparsi in giro per il resto del paese perdo il conto.

    Oggi nei bar non si gioca più con il flipper ma con le macchinette illegali dei videopocker (anche madri di famiglia lo fanno!) e sicuramente non sono più un luogo di confronto generazionale.

    Da me purtroppo ci sono soltanto i bar (al massimo qualche pub/birreria) come luogo di ritrovo e nient'altro, neanche una biblioteca decente...
    L'unica alternativa è la comunità neocatecumenale pensa un po'.
    Ecco perchè, appena posso, scappo altrove!

    Ti auguro una buona giornata...A presto!

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  17. Che bel ricordo, complimenti.
    Viva i bar, viva il primo Benni. Nella mia Sardegna ci sono ancora quei bar così. E anche qui a Bologna, a voler cercare, secondo me qualcosa si trova.

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  18. il barista vicino casa mia ha ingaggiato una brasiliana di cinquant'anni e subito, tra un birrino ed una partitina di biliardo sono nati i chiacchericci; avrà mandato la moglie fuor di casa? sarà la ganza? sarà mica rimasto vedovo? gli farà pure da badante?

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  19. quando ho finito di leggere il post ho pensato solo a una cosa:

    ...maschi...tsè! :D

    Tremendi, e non è cambiato poi tanto, certi scherzi li fate solo voi!!!

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  20. @ Zion:
    Non posso darti torto.
    In genere gli ambienti solo al maschile o al femminile, in un modo o nell'altro alla lunga degenerano.

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  21. countryfeedback.splinder.com11 febbraio 2010 alle ore 20:22

    Ahahaha!!!
    Strepitoso!
    Attendo altri aneddoti :)

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  22. quello che stavo cercando, grazie

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